Il Progetto

Progetto DEDALO per la valutazione e la presa in carico psicoterapeutica dei nuclei famigliari degli adolescenti in crisi e/o a disagio

Premessa

Il disagio adolescenziale nel territorio biellese è argomento noto a chi vive e lavora nella provincia sia per esperienza personale sia per conoscenza indiretta da notizie e racconti di conoscenti e dalla lettura dei giornali locali. Una valutazione più analitica, altrettanto conosciuta nel mondo della scuola, si trova in una preziosa pubblicazione del 2010 che riporta una ricerca sociologica su un campione di 1660 ragazzi delle classi di scuola media superiore mediante questionari autosomministrati:

Uscire dal cerchio, una ricerca sugli stili di vita dei ragazzi biellesi di Bruno Guglielminotti e Gabriele Biscaro, presenta nelle conclusioni:
“…alcuni profili emblematici di situazioni, di stati d’animo, di modi di pensare, riferiti a percentuali minoritarie, ma particolarmente degne di attenzione, che possono costituire in sé, da soli o in concorrenza, spie di disagio e fattori negativamente influenti sul futuro dei giovani che li esprimono.”

Dalle tabelle riassuntive si traggono dati significativi da:

svantaggi di partenza
10% riporta atmosfera famigliare conflittuale o indifferente, 8% si sente poco stimato dal padre, 6,6% poco stimato dalla madre;

sintomi di un disagio scolastico
15% considera la frequenza scolastica fatica sprecata, senza prospettive, 11% è poco stimato dai compagni, 23% si sente poco stimato dagli insegnanti;

povertà di contenuti del tempo libero
40% passa molto tempo a chattare, 7,5% si annoia spesso, 3,5% ha pochi amici, 7,7% è insoddisfatto del proprio tempo libero;

rischi per la propria salute psico-fisica
44% capita di ubriacarsi, 47% fa uso di superalcolici, 8,3% nel gruppo di riferimento si fa uso di ecstasy, 5,2% è a rischio anoressia-bulimia, 5% fa uso di psicofarmaci;

situazioni di disagio personale
30% prova un senso di solitudine, 20% ha poca o nulla stima di sé, 10% ha problemi di depressione ricorrente, 8% si sente isolato e incompreso.

Modalità

I Soci dell’Associazione hanno sviluppato un progetto denominato Dedalo, che prevede la consultazione rapida e intensa rivolta al nucleo affettivo dell’adolescente in crisi e/o a disagio.
Il nucleo affettivo è la famiglia, ovvero le persone adulte che si prendono cura dell’adolescente e, quindi, sono affettivamente significative e importanti per lei/lui.

_L’accoglienza
direttamente da parte di un professionista del gruppo.
Nella telefonata si chiariscono i motivi della chiamata e si attua un primo breve colloquio con la persona che chiama (solitamente una madre). Viene spiegata la modalità di consultazione, cioè l’incontro di persona tra il richiedente (possono essere anche più persone) e uno psicoterapeuta del Progetto, che avverrà in tempi brevi.
Entro uno-due giorni la persona che richiede aiuto viene contattata sempre telefonicamente dal professionista che ha accolto la prima chiamata, viene concordato un appuntamento presso la sede del Progetto, in Biella, dove si svolgerà la

_consultazione
la persona (o le persone) che si presenta al colloquio di consultazione incontra uno psicoterapeuta del Progetto, che dà voce ai protagonisti della crisi, esprime le prime considerazioni possibili, propone un lavoro di valutazione del disagio dell’adolescente e delle sue figure di riferimento (padre, madre, altri eventuali).
Il lavoro si svolge in modo contemporaneo ma separatamente per ogni protagonista, che incontra in colloquio singolo un professionista “dedicato”, diverso da quelli che seguono gli altri, e che seguirà solo quel protagonista per il tempo necessario alla

_valutazione
questo termine indica un lavoro di raccolta separata delle voci del nucleo famigliare/affettivo dove un adolescente vive il disagio.
Nel periodo degli incontri di valutazione gli psicoterapeuti che seguono i diversi protagonisti si confrontano tra loro sulle tematiche e le narrazioni portate alla loro attenzione, cercando insieme una ricostruzione corale della vicenda famigliare.
Se non è possibile incontrare subito l’adolescente la valutazione prosegue comunque con gli altri riferimenti affettivi del ragazzo, pur avendo chiaro l’obbiettivo di convincerlo a incontrare un professionista che sarà a lui solo dedicato.
Il periodo della valutazione dura qualche settimana. Non viene proposto un lavoro schematico con tempi prefissati perché le situazioni possono variare grandemente, ma viene mantenuto chiaro l’obiettivo dei tempi rapidi che rendono efficace questo approccio.
Quando la mini-equipe dei professionisti ha raggiunto un sufficiente, adeguato pensiero sulla crisi, viene concordato un incontro corale tra i componenti del nucleo degli affetti famigliari e gli psicoterapeuti coinvolti nei colloqui. In questa

_restituzione
viene consegnata alla famiglia la interpretazione che è stata possibile della crisi e, se si ritiene utile, la proposta di un ulteriore percorso di ascolto, parola, narrazione ad impronta psicoterapeutica per il ragazzo in difficoltà e per i famigliari che lo ritengano utile.
A questa fase più propriamente terapeutica ci si riferisce come

_presa in carico
L’eventuale prosecuzione dei colloqui di psicoterapia avviene con lo stesso professionista della fase di valutazione e potrebbe essere più lunga del periodo di valutazione per l’adolescente, mentre per altri protagonisti ha la durata che viene concordata tra le parti a partire dalle richieste della persona.

I professionisti

I professionisti attivi nel Progetto Dedalo sono:
medici e psicologi; diplomati “Psicoterapeuti a orientamento psicoanalitico” presso la Scuola di Specializzazione dell’Istituto di Psicoterapia Psicoanalitica di Torino, diretta dal dottor Claudio Grasso; formati sui temi del Disagio Adolescenziale presso l’Istituto Minotauro di Milano, dove da trent’anni si studiano e si trattano le problematiche degli adolescenti, secondo idee e applicazioni operative nati dal pensiero e dall’esperienza del Professor Gustavo Pietropolli Charmet e dei suoi allievi; soci dell’Associazione Dedalo Biella; liberi professionisti che lavorano privatamente a tariffe di mercato, prevedendo tariffe ridotte per nuclei famigliari in difficoltà socio-economica.

La presa in carico del nucleo affettivo

La presa in carico del nucleo affettivo è impegnativa per tutti i protagonisti della crisi per:
la famiglia, i cui componenti tutti sono invitati ai colloqui, dove sono attori e narratori della vicenda dell’adolescente in crisi;
l’equipe dei terapeuti, in ascolto partecipe del primo attore e dei caregiver, ognuno con la sua prospettiva di osservazione e comprensione autentica e corretta, anche se sovente lontana da quelle degli altri.

L’equipe deve riunirsi frequentemente, raccogliere tutto quello che ha elaborato nei colloqui singoli, ricercare insieme significati, sentimenti, idee, azioni che, riproposte ai componenti del nucleo affettivo, possano illuminare il campo del dramma e cambiare le visioni dei protagonisti, fino a quel momento conflittuali e con orizzonti relazionali nebulosi. Possono anche essere proposti ulteriori percorsi di ascolto e parola, sostegno genitoriale, psicoterapia dell’adolescente, interventi di integrazione con le altre fondamentali agenzie educative / ricreative, gli insegnanti, i parenti vicini e attivi, gli allenatori sportivi, le figure affettivamente importanti.

Questa scelta è un lavoro multimodale, dal colloquio nella “stanza delle parole” alla “discesa in campo“ a fianco di tutti coloro che hanno a cuore la evoluzione maturativa dell’adolescente.

L’impegno, anche economico, può essere importante, ma è vantaggioso in termini di efficacia in tempi brevi.